Battiti cardiaci normali negli anziani: perché è importante tenerli sotto controllo

Tutti desideriamo sentirci bene, stare in forma e avere l’energia necessaria per portare avanti i nostri piccoli hobby: per questo motivo, superati i 65 anni, è opportuno eseguire controlli regolari e curare con più attenzione la nostra salute, partendo proprio dalla misurazione della frequenza cardiaca (o ritmo cardiaco).
Frequenza cardiaca: è uguale a tutte le età?
La frequenza cardiaca indica il numero dei battiti del cuore al minuto (bpm) ed è, insieme alla temperatura corporea, alla pressione e al ritmo respiratorio, una delle nostre funzioni vitali più importanti. Grazie ai battiti, che il cuore compie ogni minuto, il sangue viene mandato in circolo nei vari distretti (piedi, mani, cervello ecc.) e attraverso le vene ritorna al cuore, consentendo all’organismo di stare bene.
Misurare regolarmente i battiti è quindi una sana abitudine che ci può aiutare a prevenire le patologie dell’apparato cardiovascolare.
Generalmente il valore della frequenza cardiaca a riposo di una persona adulta in buone condizioni è di circa 70 bpm. Tuttavia è bene ricordare che non è uguale per tutti e che può dipendere da vari fattori come età, sesso, presenza di patologie, forma fisica, alimentazione e peso corporeo.
Battiti cardiaci normali negli anziani: quali sono i valori corretti?
Come abbiamo visto, l’età gioca un ruolo fondamentale. Con l’avanzare degli anni, infatti, si verifica anche un aumento dell’irrigidimento delle pareti cardiache che può portare, specialmente nei soggetti con varie malattie sistemiche (cioè che interessano più apparati), a un’insufficienza cardiaca.
Questo non vuol dire che un cuore meno giovane funziona male o peggio, ma solo che la frequenza cardiaca risulta fisiologicamente più bassa.
Il valore della frequenza cardiaca di una persona anziana va da un minimo di 60 a un massimo di 80 battiti al minuto in condizione di riposo. Se i valori risultano più bassi di 60 significa che siamo in presenza di una bradicardia (battiti del cuore più lenti) mentre al di sopra di 80 segnala una tachicardia.
Se riscontri una variazione è necessario contattare subito il medico curante: in una persona anziana una diminuzione della frequenza cardiaca può comportare un grave danno.
Fonte HumanitaSalute
Misurazione battiti cardiaci: come si misura la frequenza cardiaca?
La frequenza cardiaca si misura con l’elettrocardiogramma, che ci consente di avere una misurazione molto precisa dei valori. Fortunatamente oggi possiamo avvalerci anche di piccoli misuratori elettronici, da tenere in casa, che ci possono aiutare a tenere sotto controllo autonomamente le fluttuazioni: ovvero il cardiofrequenzimetro e il saturimetro, che oltre al controllo della frequenza cardiaca permette di misurare anche la saturazione dell’ossigeno.
In commercio esistono diversi modelli di cardiofrequenzimetri ma dopo i 65 anni è preferibile usare uno dotato di fascia cardio toracica che consente una misurazione più accurata.

Frequenza del battito e pressione sanguigna: perché è importante misurarli entrambi?
Bisogna tenere presente che anche quando i valori della frequenza cardiaca sono nella norma, non è detto che lo sia anche la pressione sanguigna.
La pressione sanguigna o arteriosa, a differenza della frequenza cardiaca, indica la pressione che il sangue esercita sulle pareti dei vasi sanguigni arteriosi. In poche parole, è fondamentale la sua misurazione perché così si può capire se il cuore ha la forza necessaria per spingere il sangue lungo le arterie.
Frequenza cardiaca e pressione sanguigna sono quindi due diversi indicatori della nostra salute che esigono anche strumentazioni differenti: se infatti per la frequenza utilizziamo il cardiofrequenzimetro, per indagare sui valori della pressione arteriosa si usa principalmente lo sfigmomanometro.
Battiti cardiaci bassi negli anziani quando preoccuparsi?
Superati i 65 anni, quando si registrano valori sotto i 60 battiti al minuto o quando si verificano fluttuazioni della frequenza cardiaca, è necessario contattare tempestivamente il medico curante. Se da un lato è normale che la frequenza cardiaca tenda a ridursi con l’età; dall’altro, quando supera certi valori, può indicare un quadro patologico su cui è meglio indagare.
Quando ci si spinge al di sotto dei 50 battiti (bradicardia) possono comparire sintomi come stanchezza, respiro corto, problemi di confusione mentale, fatica fisica, vertigini, sbandamenti, instabilità. Se, invece, si supera gli 80 battiti (tachicardia) si possono avere sensazione di cuore in gola e affanno.
Al di là dei singoli sintomi, valori troppo bassi o troppo alti sono un segnale che ci avvertono che il cuore non pompa correttamente. E non bisogna né sottovalutarli né cercare di automedicarsi. Perché quando il cuore non funziona regolarmente, esempio nelle aritmie, si possono verificare dei coaguli che andando in circolo possono provocare ictus o infarti.
Solo sotto il controllo del medico curante e del cardiologo si potrà indagare sulla natura del problema e verificare la presenza di fattori scatenanti, come un problema ereditario o tiroideo o una terapia di farmaci sbagliata o non seguita nel modo corretto.
Come abbassare i battiti cardiaci: raccomandazioni
Ecco alcuni consigli per non abbassare mai la guardia e tenere il nostro cuore sempre al sicuro!
- Controlla la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, con i misuratori elettronici, di mattina appena svegli oppure la sera, se si avvertono delle palpitazioni irregolari. Scrivi i valori su un’agendina che porterai con te alle visite mediche.
- Effettua controlli del sangue ogni sei mesi, se sei in una buona condizione di salute, più frequentemente in caso di patologie.
- Fai una visita cardiologica ogni 6 mesi e un elettrocardiogramma ogni anno, per prevenire e verificare la presenza di alterazioni del ritmo. Se soffri di pressione alta oppure hai avuto in precedenza un infarto o un’ischemia cerebrale, è necessario fare questi controlli più volte all’anno.
- Ricordati di bere spesso, ma non superare il litro e mezzo.
- Mangia in modo sano con una dieta variegata adatta per le persone anziane e se hai dubbi chiedi l’aiuto di un nutrizionista.
- Fai sport o esercizi di ginnastica dolce. Vanno benissimo anche le passeggiate, a passo normale e/o sostenuto due volte a settimana per 30 minuti o tutti i giorni per 10 minuti.
- Smetti di fumare. Il fumo è uno dei principali fattori di rischio ed è anche strettamente correlato a episodi di ictus e infarto. Non è mai troppo tardi e ci sono numerosi percorsi che possono aiutarti a smettere.
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